Rassegna stampa - LA STAMPA: "IGOR Volley, la Champions della squadra che lavora dietro ai riflettori"

Dal fisioterapista al preparatore atletico: i componenti dello staff
24.05.2019 10:40 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: lastampa.it
Botteghi, Mora, Baraldi
Botteghi, Mora, Baraldi
© foto di lastampa.it

"Quando ho visto mia moglie e i due figli venirmi incontro a Berlino mi sono sciolto. Lacrime di gioia». Le parole di Davide Baraldi, il vice di Massimo Barbolini, spiegano bene le emozioni dell’«altra squadra».

Perchè se sabato tutti hanno ammirato le schiacciate di Paola Egonu, i tuffi di Stefania Sansonna, i numeri da record di Francesca Piccinini, poi ci sono anche loro. Quelli che faticano ogni giorno a luci spente - spesso anche lontano dalla famiglia - per far sì che sia tutto pronto quando le atlete salgono sul palcoscenico.

La Champions è anche loro: dello staff tecnico e di quello medico. Uomini e donne con storie ed esperienze diverse, ma che hanno lavorato a stretto contatto per dieci mesi affinchè il sogno divenisse realtà.

«Sono da 14 anni nel mondo del volley di serie A - racconta il fisioterapista Alessio Botteghi - e non ho mai trovato uno staff così unito. Le ragazze lo hanno capito e ci seguivano con più fiducia». «Sono due anni che lavoriamo insieme - rincara Baraldi - ma sembrano dieci. C’è passione ed umiltà. Prima viene sempre il dovere, ma si trova la battuta giusta per stemperare il clima con una risata».

Momenti difficili non sono mancati. Soprattutto dopo la sconfitta in finale scudetto contro Conegliano. Quindici giorni di tensione, prima della grande gioia berlinese.

«Dalla massima delusione al grande riscatto», commenta il preparatore atletico Stefano Tagliazucchi. Nel suo ruolo - con gli acciacchi di alcune giocatrici - le pressioni non sono mancate: «Lo scorso anno di problemi non ce ne sono stati, mero. Ma la realtà è che in questa stagione abbiamo giocato un mese in più con oltre 50 partite ravvicinate».

Il rischio è lo stress psicofisico delle atlete, come conferma Botteghi: «E’ come se un’auto abituata a fare 30 mila chilometri all’anno ne deve fare 70 mila: ovvio che va in difficoltà». Ecco che quindi si è rivelato fondamentale il lavoro fatto insieme da staff tecnico e medico.

Federico Giarda è il medico sociale, Stefania Bodini la responsabile del settore medico e Laura Nolli osteopata. «Si è creata una bella sinergia ed è fondamentale perché anche i più piccoli dettagli a questi livelli sono fondamentali», dice Tagliazucchi che dai tempi della nazionale è al fianco di Barbolini. Prima aveva lavorato con Velasco, Bonitta, la nazionale polacca e il Carpi calcio. Modenese come il coach, lo ha seguito anche in Turchia e a Casalmaggiore.

E un po’ di Modena si è trasferita sotto la Cupola visto che anche Baraldi arriva da lì. «Non so se è casuale o un piano strategico del gm Marchioni - sorride Baraldi - . Fa piacere che la culla del volley italiano continui a ottenere grandi risultati anche grazie a noi. Barbolini è un tecnico aperto allo scambio di opinioni. Non sono un secondo allenatore “Yes man”: nel rispetto dei ruoli il confronto funziona».

Novarese è il più giovane dello staff, lo scoutman Mattia Gadda: 22 anni di Bellinzago è stato portato alla Igor durante gli anni delle superiori al Fauser da Luciano Pedullà. Prima nelle giovanili poi nell’anno dello scudetto in prima squadra. Ora lavora al video per Barbolini a scoprire i segreti delle rivali. «All’inizio avevo un po’ di timore reverenziale verso un big del volley, ma ho scoperto una grande persona capace di trasmettere fiducia al tutto il gruppo».

Maurizio Mora, l’ex cuoco che è diventato assistente di Barbolini
Poteva diventare il nuovo Cannavacciuolo del Novarese e invece galeotto fu il pallone da volley. Ma Maurizio Mora, 39 anni, di Borgomanero, assistente allenatore non ha nulla da rimpiangere, anzi. Tre anni fa ha lasciato il suo lavoro da chef in un bar ristorante di Arona per dedicarsi a tempo pieno alla pallavolo, diventando l’alter ego di Massimo Barbolini e il vice Baraldi.

«Ma in realtà il volley l’ho sempre avuto dentro - spiega Mora - essendo un ex giocatore del Pavic Romagnano. Ho giocato in D, in C e anche in B a Varese. Ruolo ? Opposto ignorante ! (ride, ndr). Poi proprio ad Arona mi si presentò l’occasione di allenare le giovanili. E tre anni fa la telefonata di Enrico Marchioni che mi propose la Igor. Mi sembrava di toccare il cielo con un dito, io nello staff di Barbolini, un tecnico per me numero uno non in Italia, al mondo. Ed ora eccoci qua, campioni d’Europa, ancora non mi pare possibile».

Tornando a Berlino, quando avete avuto la percezione che sarebbe stata la giornata della Igor ? «A dir la verità l’ho avuta quando siamo saliti sull’aereo giovedì scorso. Parlando con le ragazze le vedevo tutte concentrate e cariche». Ancora non le hanno chiesto di cucinare la cena della Champions a Novara ? «Ancora no, ma già me li aspetto. Sia suor Giò che Enrico, e prima o poi so che mi toccherà» ride divertito Mora che poi chiude: «Ora farò qualche torneo di beach, aspettando l’adunata di Massimo Barbolini».

Davide Boretti, Marco Piatti