La storia del Novara Calcio (la Football Association Studenti Novara dalla stagione 1915-16 alla stagione 1918-19)

Dal 4 febbraio 2024, ogni domenica, Tuttonovara pubblica la storia del Novara Calcio a partire dalle origini (dal 1881)
03.03.2024 15:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: it.wikipedia.org-transfermarkt.it
La storia del Novara Calcio (la Football Association Studenti Novara dalla stagione 1915-16 alla stagione 1918-19)

La Football Association Studenti Novara nelle competizioni ufficiali dalla stagione 1915-16 alla stagione 1918-19

-

Presidente: Guido Beldì

Allenatore: ???

Stadio: Campo di via Lombroso

-

A causa della prima guerra mondiale non si hanno notizie specifiche documentate sul Novara Calcio dalla stagione 1915-16 alla stagione 1918-19.

Della stagione 1915-16 sono documentati, relativamente alla Football Association Studenti Novara, unicamente il trasferimento del portiere Valerio Felice Terzi e del centrocampista Ettore Reynaudi, entrambi diciannovenni, alla Juventus. Nella storia della società è documentato un solo altro trasferimento avvenuto precedentemente e cioè l'ingresso del centrocampista diciannovenne Mario Meneghetti nel 1912-13.

Non appena infatti il 22 maggio 1915 il governo italiano decreta lo stato di mobilitazione preliminare all'entrata nella prima guerra mondiale, la FIGC dispone frettolosamente la sospensione del campionato di Prima Categoria in corso, a cui manca solo l'ultima giornata delle finali e la finalissima. Il provvedimento viene aspramente criticato in particolare dalla capolista Genoa, che si sente defraudata della vittoria. La Federazione, tuttavia, rassicura il sodalizio ligure, affermando che il torneo sarebbe regolarmente portato a termine non appena la guerra si sia conclusa.

Bloccatosi il fronte nelle trincee montane e dell'Isonzo, la situazione in cui ci si viene a trovare vede da un lato le società che, seppur avendo perso diversi giocatori arruolati nell'esercito, sono ancora in grado di schierare formazioni complete, mentre dall'altro lato c'è la Federazione, che avendo ancora il campionato del 1915, e il relativo titolo, in sospeso, non può certo organizzarne uno nuovo. La soluzione si trova organizzando una Coppa Federale sul modello del campionato, ma senza titolo di Campione d'Italia in palio.

Al momento dell'istituzione del torneo, gli organi federali si aspettano una massiccia adesione dalle squadre affiliate. Tuttavia, soltanto 15 squadre rispondono all'appello. L'assenza di maggior scalpore è quella della Pro Vercelli, unitamente a quella del Novara. La Cremonese, inizialmente iscritta e inserita nel girone con Modena e Bologna, chiede ed ottiene l'esonero dalla partecipazione, adducendo come motivo l'alto costo previsto delle trasferte in Emilia. E' quindi rimpiazzata dall'Audax Modena. Fa discutere poi la decisione unilaterale della Federazione di escludere dal torneo le squadre del Centro-Sud, le quali affidano alla Gazzetta dello Sport la loro vibrante protesta, a dimostrazione che questa Coppa è sentita come un vero campionato. Data la pericolosa collocazione geografica, c'è anche l'assenza delle compagini venete.

Formula

La coppa si svolge, sul modello dei campionati dell'epoca, su tornei regionali seguiti da una fase nazionale. Sono istituiti cinque gironi, uno per regione tranne che per il Piemonte, che ne ha due. Le vincitrici dei raggruppamenti costituirebbero la poule finale per l'assegnazione della coppa.

Finali nazionali

Le eliminatorie riscuotono un grande successo di pubblico, con numerosi derby assai accesi e sentiti. Grande attesa vi è dunque per il girone finale, in programma fra febbraio ed aprile. Subito si ha, tuttavia, il problema del Casale che, per gravissimi problemi finanziari, deve ritirarsi dopo una sola gara in cui ha perso 2-0 contro la Juve. Tutti i restanti match del Casale non vengono disputati e alle avversarie dei casalesi, inclusa la Juventus, vengono automaticamente assegnate vittorie a tavolino. Il protrarsi della decisione su un ricorso presentato dall'Andrea Doria nei confronti del Genoa, in seguito respinto, causa, inoltre, la posticipazione di alcune partite dei rossoblù.

Il raggruppamento è estremamente equilibrato, e solo all'ultima giornata il Milan riesce ad aggiudicarsi l'ambita coppa, battendo in casa il Genoa al termine di un match combattuto (vi sono un rigore realizzato per parte nonché un possibile gol fantasma non assegnato ai liguri).

Determinante per il successo rossonero è il figliol prodigo Aldo Cevenini, mentre il super bomber Louis Van Hege deve lasciare a metà stagione, richiamato al fronte in Belgio. Questa vittoria è il canto del cigno per la società rossonera, che esce totalmente ridimensionata dal conflitto, iniziando un lunghissimo periodo buio che si conclude solo al termine di una nuova guerra, nel 1945.

Per quanto riguarda la Federazione, l'aggravarsi delle notizie dal fronte, sconsigliano di ripresentare la manifestazione la stagione successiva. I Comitati Regionali mettono in piedi vari tornei locali, sempre più ridotti a causa del susseguirsi della partenza delle varie classi militari con partite talvolta a porte chiuse a causa del divieto prefettizio di utilizzare i campi sportivi pubblici dopo ripetute e luttuose incursioni aeree austro-ungariche. Solo nel 1919, con la fine della guerra, ritornerà il calcio a livello nazionale.

Nei decenni a seguire la Coppa Federale 1915-1916, pur essendo tradizionalmente riportata con una voce specifica negli albi d'oro, rimane classificata come manifestazione non ufficiale e non è mai considerata un vero campionato italiano in quanto il torneo di Prima Categoria 1914-1915 è formalmente ancora in corso. Polemiche analoghe interessano tempo dopo un'altra competizione bellica nazionale, la Divisione Nazionale 1944 (meglio noto come Campionato Alta Italia) vinto dai VV.FF. Spezia, la quale, a differenza della Coppa Federale, ha a pieno titolo la qualifica di scudetto, ma è dichiarata illegittima poiché organizzata sotto l'amministrazione della Repubblica Sociale Italiana.

Il dibattito sul prestigio della Coppa Federale si riaccende all'inizio degli Anni 1970, allorché il Milan, a quota nove scudetti, incappa in una bruciante serie di secondi posti in campionato conditi da aspre polemiche arbitrali. Giornalisti vicini ai rossoneri cominciano, pertanto, a chiedere di riconsiderare il valore di quella competizione, auspicando l'assegnazione in anticipo ai milanesi dell'agognata stella d'oro simboleggiante la vittoria di dieci scudetti. Nonostante ciò l'iniziativa, già portata avanti con poca convinzione dai suoi stessi ideatori, non viene presa in considerazione dalla FIGC. Anche il più convinto tentativo da parte dello Spezia di vedersi assegnato il titolo italiano del 1944 dalla Federazione non raggiunge il risultato sperato dai promotori: il Campionato Alta Italia viene, infatti, rivalutato nel 2002, ma è riconosciuto soltanto come titolo "onorifico", ovvero non equiparabile al tradizionale scudetto.

-