La cronaca e i commenti del tifoso alla partita di sabato 21.04 (NOVARA-VENEZIA)

22.04.2018 09:00 di  Sergio Guerzoni   vedi letture
La cronaca e i commenti del tifoso alla partita di sabato 21.04 (NOVARA-VENEZIA)
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

L’ennesima sconfitta casalinga porta il Novara sull’orlo del baratro. In attesa dei posticipi, con la Ternana che in caso di vittoria accorcerebbe ulteriormente la classifica, quello che preoccupa è il risultato del Pescara, che potrebbe con i tre punti uscire dalla zona rossa e lasciare a pari merito Avellino ed Entella a quota quaranta, come gli azzurri. Considerato che gli uomini di Di Carlo sono attesi da due trasferte ravvicinate e per niente facili, lo schiacciasassi Empoli e la Cremonese di Attilio Tesser, la situazione è a dir poco complicata.
Il vantaggio iniziale di Casarini, alla sua prima rete stagionale, aveva illuso i tifosi che si aspettavano  continuità dopo la grande prestazione di Bari. Invece il Venezia ha riportato tutti con i piedi per terra e il morale sotto ad essi. E questa volta non possiamo neanche appellarci ai torti arbitrali, visto che in area ci siamo entrati pochissimo.
Mister Di Carlo riconferma in pieno la formazione iniziale scesa in campo al San Nicola, nonostante Ronaldo accusasse un problema la ginocchio, tanto che Orlandi era in preallerta intensificando il riscaldamento
pre-partita, pronto ad ogni evenienza. Il copia incolla della distinta ufficiale fa il paio con il mio: Montipò; Dickmann, Troest, Del Fabro, Calderoni; Casarini, Ronaldo, Sciaudone; Moscati; Sansone, Puscas.
Pippo Inzaghi opera un ampio turn-over, ma non abiura il suo modulo preferito: 3-5-2. Gli undici a scendere in campo sono: Audero fra i pali; Cernuto, Modolo e Domizzi costituiscono la linea arretrata; Bentivoglio in cabina di regia, supportato dagli interni Fabiano e Pinato, mentre i quinti di centrocampo sono Bruscagin e Del Grosso; Marsura e Geijo le due punte. Resta in panchina e ci resterà per tutti i novanta minuti l’ex Garofalo.
Non è certamente un arbitro all’inglese il romano Francesco Fourneau, dal fischietto facile. Ma, pur essendo concittadino dello sciagurato Marini, ha usato lo stesso metro di giudizio e non ha fatto torti a nessuna delle due squadre.

A cinque minuti dal fischio d’inizio Pinato chiede l’intervento dei sanitari. Prova a rientrare, ma dopo pochi secondi chiede a Dickmann di mettere la palla fuori e viene sostituito da Falzerano.
La partita si gioca prevalentemente a centrocampo, tanto che il primo tentativo verso la porta avversaria arriva al 14°, per opera di Sansone. L’attaccante riceve da rimessa laterale di Calderoni direttamente in area, salta Cernuto e conclude da posizione defilata, mandando largo.
Del Grosso è il primo ammonito dell’incontro: stende Sansone in ripartenza commettendo fallo tattico (16°).
Un minuto dopo c’è il vantaggio a firma Casarini. Il capitano calcia dal vertice sinistro dell’area e infila Audero sul secondo palo. Il portiere si aspettava probabilmente un assist verso gli attaccanti, ma si è ingannato, parte in ritardo ed è uno a zero.
Al 22° Casarini si inserisce su un disimpegno in orizzontale sulla trequarti, ruba palla e si fionda dentro l’area dei veneti: forse non crede di avere sui piedi la palla della doppietta personale e cerca un difficile assist per Puscas colpendo in pieno Modolo.
Il primo brivido per la porta di Montipò lo procura Del Fabro al 25°, rischiando l’autorete con una deviazione di testa a fil di palo su un tiro dalla bandierina di Del Grosso.
Un cross pericoloso di Falzerano al 28° attraversa tutta l’area novarese, senza che nessuno riesca ad intervenire.
Sul cambio di fronte offensivo Sansone controlla male un appoggio di Puscas al limite dell’area e, nel tentativo di recuperare, entra fallosamente su Cernuto: giallo inevitabile.
Alla mezzora una conclusione telefonata dalla distanza di Bentivoglio, servito da un retropassaggio di Geijo,  è facile per Montipò che blocca senza affanni.
Al 33° deve dare forfait anche Ronaldo: il problema iniziale al ginocchio genera un infortunio al polpaccio. Entra, come previsto, Orlandi.
Ammonizione pesante al 37°: Casarini è costretto al fallo per arginare una ripartenza di Marsura dopo un calcio d’angolo in favore degli azzurri. Era diffidato, salterà la trasferta di Empoli.
Dopo una conclusione altissima di Casarini dai trenta metri (42°) arriva il pareggio degli ospiti, appena sessanta secondi dopo. L’azione d’attacco si sviluppa a sinistra, con un traversone di Del Grosso troppo alto per tutti. Dalla parte opposta, dopo il recupero in extremis di Bruscagin, il più veloce a impadronirsi della sfera è Falzerano che effettua il contro-cross: Marsura, spalle alla porta, colpisce con la nuca indovinando una deviazione assolutamente imparabile per Montipò, che deve quindi capitolare.
Vengono concessi tre minuti di recupero che trascorrono senza particolari pericoli per i due portieri.

Per tutto il primo tempo Geijo non ha toccato palla, così Inzaghi decide di sostituirlo con Litteri prima della ripresa del gioco.
Al 2° si vede che i lagunari sono entrati in campo con la voglia di ribaltare il risultato: Marsura parte in azione personale, arriva a tu per tu con Montipò, ma lo grazia con un tiro debole, che il portiere blocca a terra.
Per un fallo di Litteri su Moscati al 4°, Sansone ha la possibilità di rendersi pericoloso da una posizione ideale per un mancino, ma la conclusione termina a lato.
Cartellino giallo anche per Troest, che contiene a fatica Litteri, sicuramente più in palla del collega al quale è subentrato (5°).
Un tentativo da fuori area di Puscas al 12°, trova la deviazione in angolo quasi impercettibile di Domizzi.
Cross perfetto di Calderoni al quarto d’ora, lanciato da una magia di Sansone, sui piedi del liberissimo Sciaudone: la sua girata al volo finisce in curva nord.
Non sbaglia invece Bruscagin al 17°, correggendo in rete il perfetto centro basso di Falzerano dopo una cavalcata sul versante destro con Del Fabro sovrastato in velocità.
Gli azzurri cercano di reagire: Sansone calcia a lato al 20°; Audero salva i suoi uscendo a valanga sui piedi di Puscas al 22° servito in area da Orlandi.
Di Carlo gioca la carta Di Mariano per accrescere il peso offensivo, sacrificando Sciaudone (25°).
Ci prova ancora Puscas dal limite alla mezzora, servito da Casarini: troppo debole, facile per Audero.
Seconda mossa ravvicinata per il tecnico azzurro: esce Sansone, entra Maniero, per l’opzione delle due punte centrali.
Puscas è l’unico a crederci e a provarci con insistenza. Al 35° si avventa su una palla rimpallata, si allarga cercando uno spiraglio per la conclusione, lo trova e calcia verso la porta: Audero blocca a terra in due tempi con qualche difficoltà.
Pochi secondi dopo Casarini si fa intercettare un passaggio diretto a Maniero da un colpo di tacco di Bentivoglio, con Falzerano che parte dalla sua trequarti e scende veloce verso l’area. Attende la sovrapposizione di Marsura e lo serve sulla corsa: controllo di destro e sinistro immediato che si insacca nell’angolino alla sinistra di Montipò, eludendone l’uscita.
Per Inzaghi l’opera dell’attaccante può dirsi compiuta: al 38° lo sostituisce con Suciu.
Al 40°, su un traversone di Dickmann, Di Mariano tenta di emulare Cristiano Ronaldo e Simy, ma nel tentativo di rovesciata volante non trova l’impatto con la sfera.
Ancora Dickmann al cross allo scadere del tempo regolamentare con Puscas che si prepara a colpire di testa anticipato da Modolo in calcio d’angolo.
Il recupero concesso dal signor Fourneau è di tre minuti.
L’ultimo disperato tentativo di rendere meno pesante il passivo arriva dai piedi di Calderoni che effettua un buon cross per la testa di Casarini: l’impatto con il pallone da parte del capitano è buono, la palla è indirizzata all’angolino basso della porta, ma con un colpo di reni Audero la toglie dalla porta respingendo in angolo. C’è appena il tempo di battere dalla bandierina che arriva il triplice fischio.

Il filo che ci tiene ancorati alla salvezza diventa sempre più sottile. La fragilità emotiva dei giocatori azzurri palesata dopo il pareggio del Venezia è inspiegabile, specie se si manifesta sul terreno amico dove le sconfitte sono diventate ben nove. Serve un miracolo per trovare i punti salvezza negli ultimi cinque turni ? Ai posteri l’ardua sentenza. NOVARA, FORZA !!!