Lisuzzo tra la Torre e il calcio

B Marzio va a Pisa Il tifoso Leonardo Ciucci incontra Andrea Lisuzzo, dfensore del Pisa e vero conoscitore della città Toscana
16.02.2017 15:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: legab.it
Andrea Lisuzzo a Pisa
Andrea Lisuzzo a Pisa
© foto di foto legab.it

Più che in campo, Andrea Lisuzzo lo si vedrebbe bene al centro della Piazza dei Miracoli di Pisa. Al posto della maglia della squadra della città gli starebbe perfetto un ombrellino ed un microfono da guida turistica.

Sì, perché non appena svoltato l’angolo che dall’Arena Garibaldi porta al centro storico di Pisa, è lui a raccontare tutto a Leonardo Ciucci, il tifoso che lo accompagna nella passeggiata per le strade pisane. “La prima volta che ho visto questo ben di Dio mi si è fermato il cuore”, racconta ancora con l’emozione del primo giorno. “Una cosa indescrivibile, ed è anche per questo che con la mia famiglia abbiamo deciso di non lasciare la città e ci siamo letteralmente innamorati di questa terra. Vedi, qui ci sono il battistero, il duomo e il cimitero che rappresentano e le tre tappe della vita di un uomo”.

Leonardo lo guarda con gli occhi di un fratello. “Eh Andrea, non me lo dire, perché tu per noi pisani rappresenti molto più di un semplice calciatore. Ci capisci come uomini e come tifoseria e per questo ti consideriamo uno di noi”.

Sotto la Torre pendente è un vero e proprio corso di storia dell’arte e della città. “Ma forse non lo sai - aggiunge Leonardo - che quello che vedi qui fu costruito con i bottini di guerra della Repubblica Marinara di Pisa nella tua Palermo”. Andrea sorride e gli chiede della Torre. “Ti dirò, se tu sali in cima riesci a vedere l’Arena Garibaldi e quando gioca il Pisa, se viene segnato un gol, l’urlo si sente fin qui”.

D’altra parte la distanza che c’è tra lo stadio e il centro della città è veramente minima e anche se adesso la piazza è invasa da turisti che arrivano da ogni parte del mondo, c’è sempre qualche pisano di passaggio che saluta Lisuzzo o Leonardo. “A Pisa non esiste un tifo diverso da quello per la squadra della città”, dice Leonardo, a Andrea risponde: “Hai perfettamente ragione, pensa che in classe di mio figlio tutti i bambini, fin da piccoli, tengono per il Pisa”.

Andrea e la sua famiglia oramai fanno parte della città anche perché lui è stato uno di quelli che hanno vissuto le vicissitudini societarie degli ultimi anni. “Lasciare la squadra in quei momenti mi sembrava ingiusto. Questa è una piazza che mi ha dato tanto, i tifosi sono eccezionali ed io non me la sono sentita mai di abbandonarvi”.

Leonardo lo guarda e lo abbraccia forte, come se si trattasse di un amico di una vita. E d’altra parte i due insieme ne hanno vissute tante, seppure da punti di osservazione diversa. “Lui è stato uno dei pochi che è riuscito a far cambiare idea alla nostra tifoseria - spiega Leonardo - perché c’è stato un momento nel quale tutti ce l’avevano a morte con lui”. E allora cosa è successo ? “Gli ho fatto capire che sono uno duro, che non molla e che non si piega davanti a nulla”, spiega proprio Lisuzzo con un misto di emozione ed un pizzico di orgoglio.

Dalla piazza dei Miracoli a quella dei Cavalieri dove non hanno neanche il tempo di entrare che è Lisuzzo a fare gli onori di casa. “Quella dicono fosse la casa del conte Ugolino”, poi indica una finestra ed una targa affissa ad una parete. “Ne sa anche più di me”, scherza Leonardo che poi aggiunge. “Tu rappresenti in pieno la pisanità: il motto della nostra curva è “Pisa non si piega”, e tu hai dimostrato di non piegarti mai, in nessuna situazione”.

I due parlano come se si conoscessero da una vita. “E guarda come te lo dico Andrea, se quest’anno ci salviamo, e ci salviamo, l’anno prossimo si lotta per andare in A”. Leonardo, oltre a essere un tifoso del Pisa “fin da quando sono nato”, è un artista. Con pennello e tavolozza realizza quadri bellissimi delle bellezze della sua città e non solo. “Ecco qua, ho deciso, il prossimo lo faccio dedicato a te, così poi te lo regalo in caso di promozione il prossimo anno”. Andrea lo guarda, stringe la mano e si gode una brochure che Leonardo ha portato per fargli vedere le sue opere. “Affare fatto. E poi siccome sei bravo, mi conviene pure”.

Una risata, un ultimo abbraccio e poi il saluto: Leonardo deve andare a esporre la sua nuova opera d’arte a casa, la maglia di Lisuzzo, Andrea fissa il suo obiettivo, recuperare dall'infortunio e tornare in campo per regalare la salvezza al Pisa per quest’anno e la promozione per il prossimo.