L'editoriale di Vittorio Galigani del 26 marzo 2015

Vittorio Galigani, esperto dirigente calcistico, già Direttore Sportivo oltre che Direttore Generale in numerosi club professionistici dalla Serie A alla ex Serie C, è Editorialista per TuttoLegaPro.com
28.03.2015 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttolegapro.com
Vittorio Galigani
Vittorio Galigani

Un martedì a Sportitalia, il mio di martedì scorso in trasmissione. Una digressione sulla velata (neanche tanto) flessione del Napoli. Le titubanze di De Laurentis. I pruriti di Benitez. L’attualità di Barbara Berlusconi. Il presente, ormai passato, di Galliani. Mister Bee cosa ha in mente. Ce li ha veramente o ci fa ? 

Il timore della imminente fuga, verso lidi più “dorati”, dei diversi talenti che stanno onorando il nostro massimo campionato. Lo spirito insidioso ed arrembante di Sampdoria e Fiorentina, terzi incomodi, usciti allo scoperto nella “scalata” all’Europa. 

Lo zero a zero di calciopoli. Il nulla di fatto a tavolino, siglato, per quella partita, dalla Cassazione. Nove lunghi anni per restare con il cerino in mano. Un evento che, al tirar delle somme, è servito solo ad alimentare polemiche al vetriolo ed a sconvolgere la vita a più di qualcuno. Il tutto condito da un enorme dispendio di denaro e di energie. 

Nove anni per accorgersi che il sistema è cambiato solo in peggio. 

E poi la Lega Pro. La “disparità” che ha preso il sopravvento. Trattamenti di favore a dispetto di quanto “etica” vorrebbe. Campionati falsati tra mancati pagamenti di stipendi e contributi. Deferimenti notificati a “singhiozzo”. Il colpevole ritardo, del Tribunale del calcio, nel prendere provvedimenti. Sanzioni che, solo sulla carta, debbono essere afflittive.

L’imparzialità smarrita. La moda, improvvisa, dell’escutere la fidejussione di “quello” che sta in carenza finanziaria, per permettergli di pagare stipendi arretrati. Favorire l’uno a dispetto di tutti gli altri.

L’imparzialità smarrita a tutti i livelli. L’esempio: Pro Piacenza, dilaniata, da quegli otto punti di penalizzazione. Di certo una leggerezza imperdonabile aver mandato in campo quel ragazzo squalificato. Altri però (vedi Albinoleffe), in situazioni analoghe, se la sono cavata con una semplice ammenda. 

Per quanto ci si possa sforzare rimane impossibile decifrare il perchè di questa interpretazione, tanto diversa, delle norme. Nella forma e nella sostanza.

Ed in chiusura le conclusioni. 

Il ritorno, piacevole, in quei luoghi. Per riappropriarmi di  un bagaglio che mi è sempre appartenuto. Il piacere gradevole di rivivere sensazioni che, da troppo tempo, avevo erroneamente depositato nella parte più angusta della memoria.

Con grande semplicità. Il tutto, quel martedì notte, a Sportitalia.