Il punto sulla Serie C - Le terza Serie muore (di Luca Bargellini)

01.05.2020 11:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttoc.com
Luca Bargellini
Luca Bargellini

“Certo con tutto quello che ci sta capitando, mancava solo l’asteroide” mi ha detto in settimana una mia vicina di casa, divisa fra l’ironico e il preoccupato, circa il passaggio nei pressi della Terra di 1998 Or2, viaggiatore dello spazio in transito nel sistema solare. Effettivamente, visto tutto quello che sta accadendo sul “terzo sasso dal Sole” (scusate la citazione terribilmente NERD), il pensiero che il corpo celeste in questione venisse a soggiornare dalle nostre parti aveva terribilmente l’aspetto della degna conclusione di uno dei periodi più infausti del recente passato.

Fortunatamente, però, l’asteroide ci ha evitati, probabilmente per evitarsi il rischio di essere vittima, lui stesso, della sfiga terrestre. Eccoci dunque qui e ci troviamo a discutere nuovamente di cosa ne sarà del mondo del pallone. Il tono leggero di queste mie righe serve proprio a sottolineare come il tema sia divenuto quasi una barzelletta. Mi spiego.

Da una parte ci sono tre leghe, Serie A, Serie B e Lega Pro, che stanno discutendo, con modalità, ragioni e tempistiche diverse sulla possibilità di riprendere o meno i tornei. Il rischio di tracollo economico senza una ripartenza è dietro l’angolo, specie per la Serie C, ma al tempo stesso i protocolli sanitari obbligatori per un nuovo semaforo verde sono ritenuti economicamente troppo onerosi sia dalla terza serie che dalla Serie B. Tutto questo, poi, avviene sotto lo sguardo attento della massima serie, la più propensa alla ripresa dato che il rischio di non incassare l’ultima tranche dei diritti tv, se non addirittura quello di dover restituire milioni e milioni di euro a Sky, DAZN e compagnia, e il pericolo di vedersi ridotta al minimo la possibilità di competere con i top club internazionali.

Dall’altra parte, invece, ecco il Governo guidato dal premier Conte che nella persona del Ministro Spadafora ha fatto praticamente di tutto tranne che prendere una posizione. Prima si dice favorevole alla ripresa, poi però ci ripensa. Discute con il comitato tecnico-scientifico e le certezze si sgretolano ulteriormente, salvo poi dare il via libera agli allenamenti individuali dal 4 maggio e, forse, a quelli collettivi il 18. Ecco la svolta ? Neanche per idea ! Perché il sopra citato Ministro dello Sport parla di strada per la ripresa sempre più stretta per la Serie A (figuriamoci per la B e la C), indicando la Francia, il primo stato dei cinque campionati maggiori del Vecchio Continente a bloccare definitivamente la stagione, come un possibile esempio per l’Italia. Sarà dunque chiusura ? Ehm… no! Cioè, forse no. Perché passano poche ore e Spadafora spiega alla stampa come il calcio sia una grande impresa presa del Paese (tradotto fa girare un sacco di soldi) e che se verrà trovato un accordo sul fronte dei protocolli si potrà ripartire. Una circumnavigazione di tutte le possibilità a disposizione nel giro di poche, pochissime ore.

In tutto questo ci troviamo oggi a dire che la prossima dovrebbe essere la settimana decisiva per trovare il bandolo della matassa. Una affermazione che negli ultimi tempo è stata talmente abusata da aver perso ogni tipo di significato, soprattutto per il mondo della Serie C dove con lo stato attuale delle cose non c’è futuro. E questo continuo tira e molla non fa altro che rendere ancor più nero il domani. Senza un punto di ripartenza, sia esso in un verso o nell’altro, sarà impossibile progettare una riforma totale del sistema che possa garantire prospettive a medio termine. I costi troppo alti devono terminare, così come l’epoca degli incassi zero se non quelli del botteghino (sempre che riaprano in tempi brevi). La C élite o, se preferite, il ritorno alla C1 e C2 può essere una soluzione per rendere ancor più praticabile il percorso calcistico fra i pro, ma non è sicuramente l’unica ipotesi valida da percorrere. L’importante è muoversi. Dalle alte sfere fin giù alle radici dell’Everest del pallone.

“Chi ha tempo non aspetti tempo” dice il saggio. Anche perché il prossimo asteroide non è detto che ci eviti.

Luca Bargellini

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