Dalla sala stampa dopo NOVARA-SPEZIA (17.02)

19.02.2018 09:00 di Sergio Guerzoni   vedi letture
Dalla sala stampa dopo NOVARA-SPEZIA (17.02)
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

 Mister Domenico Di Carlo entra per la prima volta da allenatore del Novara nella sala stampa dello stadio Piola. Questa la sua analisi della partita.

“Sono soddisfatto della continuità, elemento fondamentale per il campionato di Serie B e per portarci fuori dalle zone basse della classifica. Mi è piaciuto anche l’atteggiamento della squadra, il solo utile per portare a casa punti: è andata in vantaggio; ha provato a raddoppiare; non si è disunita dopo il pareggio, continuando a giocare da squadra. Giocavamo contro una un avversario di esperienza e buoni giocatori, che giocano sempre e, se li lasci giocare, possono farti male; con una difesa molto forte: De Col e Terzi hanno fatto con me due semifinali play off; gli altri due hanno vinto il campionato di Serie B (Lopez con il Benevento; Giani con la Spal. N.d.r.).  Merito del Novara che è riuscito a contenere questo Spezia e provare ad andarci sopra, sia con l’intensità e qualche volta con la palla a terra: quando lo abbiamo fatto siamo arrivati al cross molte volte.
Nel secondo tempo abbiamo anche provato a vincerla, con tutte le nostre qualità. La traversa di Sansone e l’occasione appena fuori di Puscas ci hanno impedito di chiuderla. Peccato, perché la voglia di portare a casa i tre punti ce l’abbiamo messa fino al novantacinquesimo e avrebbe significato una classifica diversa. Abbiamo rischiato anche di vincerla, ma è importante non averla persa. Quando sei sul pari la beffa è sempre dietro l’angolo, per noi come per gli altri.
Da parte mia la dimostrazione di volerla vincere è stato aver mandato in campo Maniero, magari anche per spaventare lo Spezia. Con le palle alte che mettevamo ho preferito lui a Macheda, per riempire maggiormente l’area di rigore e spostare Sansone tra le linee, anch’egli autore di un’ottima partita, per cercare di rifinire il gioco. Ho inserito anche Di Mariano che è un giocatore offensivo, tutto per provarci.  
La finalizzazione e la fase difensiva vanno senz’altro migliorate; in mezzo al campo dobbiamo giocare di più; in fase offensiva dobbiamo riempire maggiormente l’area. E’ importante anche mantenere il campo e non allungarsi troppo, o abbassare il ritmo, che ci rende molto più prevedibili. E’ accaduto un paio di volte per tempo e lavoreremo anche su questo. Sono tutte cose che fanno parte del processo di crescita che dobbiamo avere e che ci porterà alla fine del campionato. Io non chiedo tempo: chiedo solo di lavorare. Dobbiamo, come si dice, navigare a vista, guardando avanti, ma stare attenti dietro: già la prossima gara con l’Avellino sarà uno scontro importante.
Mi ha reso felice anche l’accoglienza che il pubblico mi ha tributato: vuol dire che apprezza il mio pensiero di calcio e quello che voglio dal Novara. Cercheremo di renderli felici anche con delle vittorie, ma soprattutto lottando fino all’ultimo minuto. Loro sono stati bravissimi a incoraggiarci, a sostenerci e a soffrire assieme a noi.”

Fabio Gallo ha chiuso la sua carriera di giocatore nel Novara: torna per la prima volta al Piola da allenatore avversario, dopo aver vinto il confronto nel girone di andata.

“Nel primo tempo abbiamo mancato in reattività sulle seconde palle e infatti il goal subito è nato da una palla scaricata male che ha innescato una loro ripartenza. In questo senso non abbiamo sicuramente lavorato bene, a parte aver recuperato il risultato, segno di grande determinazione e carattere. Nella seconda parte penso che la mia squadra abbia giocato una buona gara, contro un Novara aggressivo e organizzato e potevamo vincere sia noi che loro. Queste sono le classiche partite della Serie B: bisogna essere consapevoli che il pericolo è sempre in agguato. E’ comunque un buonissimo punto per la nostra classifica.
A parte la rete subita, che mi ha fatto molto arrabbiare, manteniamo la miglior difesa ed è un gran valore aggiunto. Sono contento perché lavora bene tutta la squadra e i meriti non sono solo dei quattro difensori, ma di tutti ed è sinonimo di organizzazione. L’obbiettivo è mantenere poco battuta la difese, ma sfruttare al massimo le occasioni che riusciamo a creare.
Ho scelto di partire con Forte anziché con Marilungo, perché sta lavorando bene già da un po’ di tempo. La mia bravura deve essere quella di fare in modo che su chiunque cada la scelta di un giocatore, questi deve farsi trovare pronto. Forte lo ha fatto la settimana scorsa e anche oggi: la scelta è stata puramente tecnica e non c’è nessun problema con nessuno.
I cinque ammoniti sono il risultato di una partita tosta, iniziata subito con toni molto accesi, in un ambiente molto ostile, dove anche l’arbitro ad un certo punto ha perso un po’ la bussola e ci sono stati episodi abbastanza dubbi. Ci sta.
Di Carlo, che allenava la prima squadra quando io allenavo la Primavera dello Spezia, è un allenatore molto esperto: c'è sempre da imparare osservandolo e anche cercando di capire cosa pensa nel momento in cui fa delle scelte a partita in corso. E’ bello per me confrontarmi con lui ed è sempre un motivo di crescita.
Di Novara ho un buon ricordo, più che positivo. Io: forse la gente non ce l’ha così buono !!! Forse si lega ad una frase di un’intervista, che come al solito dovrebbe essere contestualizzata, o magari al fatto che sono arrivato a trentasette anni. Il secondo anno ho fatto sei goal, quindi …. Ma va bene così: questo è il calcio. Quando torni da avversario fai di tutto per battere la tua ex squadra. Mi è capitato a Brescia, a Terni e capiterà, se ne avrò la fortuna di giocarci, anche con l’Atalanta, il Torino e con tutte le squadre dove ho giocato. Qui mi sono fatto male tre volte, delle quali due al ginocchio. Sono stati anni di preparazione alla grande crescita del Novara: c’è stata la promozione in Serie B e subito in Serie A. Si vedeva che c’era voglia di grande crescita da parte della Società, del Presidente e di tutto l’ambiente: mi fa piacere, anche se in minima parte, di aver contribuito a far sì che questa crescita ci sia stata.”